De Carli Collection
Arte: l'incisione in Europa
​
La più antica tecnica di incisione è quella xilografica, forse derivata dalla stampa su tessuto: gli esemplari che risalgono al sec. XIV sono rarissimi, mentre fu largamente applicata all'illustrazione libraria tedesca e italiana, nel secolo successivo: effetti di camaïeu e di chiaroscuro (Ugo da Carpi), ottenuti con la sovrapposizione di più matrici lignee, vennero poi sostituendo al puro contorno quattrocentesco un'impostazione plastico-pittorica. L'incisione su metallo e in particolare su lastra di rame (calcografia) venne messa a punto contemporaneamente in Italia e in Germania intorno alla metà del sec. XV; se non può essere integralmente accolta la testimonianza di Vasari che ne indica l'inventore nel fiorentino Maso Finiguerra, certamente la tecnica calcografica fu originariamente elaborata nell'ambito degli incisori di metalli a bulino e niello. In essa già si cimentarono con risultati brillantissimi Pollaiolo (Combattimento di nudi) e Mantegna (Baccanali), sfruttando compiutamente tutte le possibilità di una tecnica prediletta dai grandi artisti fino ai nostri giorni per la sua estrema duttilità e insieme per il suo rigore. Negli ultimi anni del sec. XV il padovano Giulio Campagnola realizzava il chiaroscuro a punteggio anziché a tratteggio, con effetti di grande morbidezza.
​
Alle esperienze italiane si affiancarono quelle tedesche del Maestro E. S., di M. Schongauer, di H. Baldung, di L. Cranach, di U. Graf, ma soprattutto di Dürer, che della xilografia e dell'incisione su metallo indagò le intrinseche possibilità analitico-descrittive. In Olanda Luca da Leida piegò il segno inciso a effetti pittorico-atmosferici, mentre il Goltzius avviò una scuola caratterizzata da un grande virtuosismo tecnico. Durante il sec. XVI si diffuse in Europa l'incisione ad acquaforte: la grande varietà d'effetti che questa tecnica consente fu sperimentata soprattutto da Parmigianino e Barocci, quindi, nel sec. XVII, da Reni, Guercino, S. Della Bella per raggiungere l'apogeo nell'opera incisa di Rembrandt.
​
Tra la fine del sec. XV e l'inizio del successivo venne definendosi, a opera di Marcantonio Raimondi, una delle funzioni essenziali dell'incisione fino al sec. XIX: la trascrizione dell'opera pittorica dei grandi maestri, che la molteplicità degli esemplari a stampa da matrici incise trasformò in un patrimonio iconografico aperto a tutti. Funzione di diffusione che l'incisione perse soltanto con l'avvento delle tecniche di riproduzione fotomeccanica, le quali a loro volta sono state la necessaria premessa per la rinascita dell'incisione originale nei sec. XIX e XX.
​
Nella seconda metà del sec. XVI Bologna e l'Accademia carraccesca assunsero un ruolo essenziale nel perfezionamento delle tecniche d'incisione in Italia. In Francia, dopo incerti inizi, l'incisione ebbe il suo periodo di massimo splendore nei sec. XVII e XVIII, nell'opera del sommo acquafortista Jacques Callot e del ritrattista a bulino Gérard Audran; poi nell'incisione di traduzione (da Watteau, Boucher, Fragonard, Greuze), a opera di tecnici abilissimi quali J. M. Moreau le Jeune e i Cochin. In Francia nacquero inoltre la maniera a lapis, particolarmente efficace nella riproduzione dei disegni, e la maniera a pastello. In Italia nel sec. XVIII, accanto all'opera originale di un eccelso incisore come il Tiepolo (Capricci, Divertimenti, Fantasie), fiorì a Roma (Vasi) e a Venezia (Canaletto, Bellotto, Ricci) il genere della veduta incisa, mentre la veduta di fantasia raggiunse un vertice insuperato nelle incisioni di Piranesi (Carceri).
​
l'incisione ebbe i suoi massimi esponenti, nel sec. XVIII, in Hogarth, Rowlandson, Blake, mentre Bewick rinnovò la tecnica xilografica con l'invenzione del cosiddetto “legno di testa”; nella traduzioni di opere della scuola settecentesca fu usata prevalentemente la maniera nera. Acquaforte e acquatinta trovarono un grandissimo interprete, sul finire del sec. XVIII, in Goya. La litografia, che pure non può essere considerata un procedimento di incisione, introdotta nel 1796 da Senefelder, fu insieme all'acquaforte una delle tecniche di preparazione di matrici per la stampa predilette dagli artisti del sec. XIX. Secolo durante il quale si assiste alla rinascita dell'incisione originale, intesa come mezzo di espressione artistica fine a se stessa: oggetto di collezionismo, il suo valore commerciale venne difeso da tirature limitate e numerate e dal provvedimento di biffare le matrici.
​
In essa si sono cimentati quasi tutti i grandi pittori contemporanei, da Chagall, Dérain, Léger, a Nolde e Kokoschka, da Picasso, Miró e Dalí, a Carrà, Morandi, Campigli, Guttuso, rendendo praticamente impossibile scindere una storia dell'incisione dalla fisionomia dei diversi momenti culturali e dall'attività dei singoli artisti che a essa si sono dedicati.
( Fonte Sapere.it progetto di De Agostini Editore S.p.A.)
​
Gli Artisti Ieri ed Oggi - De Carli Collection - Private Art Gallery – Museo D’Arte – Arte Contemporanea – Stefano De Carli Pittore – Villa Jolanda Venezia Lido – Alessandro Alteo – Palazzo Cà Dolfin Marchiori Lendinara – Lido di Venezia Isola D’Oro – Enrico Castellani – Lucio Fontana – Piero Manzoni – Teresa Ida Molinari – Alessandro De Carli – Giuseppe Marchiori - Peggy Guggenheim - Giuseppe Santomaso
L'incisione, storia ed evoluzione nei secoli